(Lost Lords of London 02) Le notti col duca by Christi Caldwell

(Lost Lords of London 02) Le notti col duca by Christi Caldwell

autore:Christi Caldwell [Caldwell, Christi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-10-17T12:00:00+00:00


17

Dopo il dramma di Peterloo, quando Lila era stata ricondotta a casa e adagiata sul suo letto a baldacchino, era rimasta lì, supina, lo sguardo fisso sulla tappezzeria rosa della sua camera.

In quegli istanti di silenzio e solitudine, un unico pensiero le frullava nella mente… le sue mani.

Considerato che aveva sfiorato la morte e rischiato di non rivedere più la famiglia, soffermarsi a riflettere sulle proprie mani era stato ridicolo.

Più di ogni altra cosa aveva riflettuto sul fatto di non averle mai apprezzate davvero quando erano integre. Non aveva mai pensato di quali doni fossero capaci… delle corde che avrebbero potuto pizzicare per creare splendide melodie. Aveva trascurato di amare la sensazione della mano della sorella maggiore intrecciata con la sua, le loro dita perfette.

Né aveva compreso che le mani, in realtà, erano portatrici di ricordi. Ogni protuberanza, ogni strana angolazione inglobava nelle sue linee imperfette ricordi orrendi.

Aveva cominciato a odiare le sue dita.

In realtà, le disprezzava.

E non erano le sole a essere state marchiate a vita. Aveva una cicatrice provocata da una baionetta sulla gamba sinistra e uno sfregio a zig-zag in mezzo alla fronte. Poteva però evitare gli specchi e dimenticare il modo in cui era stato trasformato il suo viso. Quanto alla gamba, le venivano in aiuto le gonne… o, come aveva imparato di recente, i pantaloni.

Le dita però non potevano essere nascoste. Neanche i guanti di capretto riuscivano a farle sembrare più dritte, ricordandole costantemente l’accaduto anche quando non lo desiderava.

Tutti coloro che gravitavano nel suo piccolo mondo le notavano: la madre e il fratello, che sembravano non smettere mai di guardarle. E Sylvia, che fingeva di non vederle.

Seduta al pianoforte, Lila le osservò, vedendo in esse nuovi ricordi.

Quelli che aveva costruito con Hugh poche ore prima.

Le accostò al viso per guardarle meglio nella luce fioca e corrucciò la fronte.

Erano le stesse dita leggermente incurvate di quella mattina, ma oggi le aveva usate in modo differente, con maggior libertà. Le aveva usate per imparare a difendersi e dopo per accarezzare Hugh. E lui non aveva mostrato alcuna repulsione.

Oggi, per la prima volta in vita sua, tra le braccia di quell’uomo, si era sentita… bella.

Hugh l’aveva aiutata a capire che, nonostante il corpo e la mente segnati, era ancora una donna.

E lui la desiderava.

Nel suo appartamento, nella sua stanza, aveva imparato cosa significasse essere bramati.

Sentì una fiamma arderle nel corpo, non per l’imbarazzo del proprio ardimento, ma per il desiderio che il solo pensiero di quella mattina aveva risvegliato ancora una volta.

Davvero erano passate solo poche ore da quando la sua vita era cambiata? Da quando era cominciato tutto?

Per la prima volta aveva la sensazione di riuscire ad avere il controllo, una sensazione che non era sicura di aver mai provato davvero. Neanche prima di Peterloo. Da ragazzina prima, e poi da giovane donna, non aveva mai provocato apertamente la madre. Tutti i suoi gesti di sfida e di ardimento erano stati fatti in segreto, erano furtivi… come la decisione di andare a Manchester quel giorno di agosto.



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